Sabato 2 Dicembre, in occasione dell’apertura della mostra “Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein”, l’ artista argentino Tomás Saraceno e il noto fisico teorico Giovanni Amelino-Camelia ci conducono nell’invisibile trama di relazioni cosmiche di cui è fatto l’Universo.
Conversazione tra il grande artista argentino e il noto fisico teorico
All’inizio del secolo scorso Einstein ha dimostrato che lo spazio non è un contenitore immobile, né esiste un orologio che possa scandire un tempo universale, uguale per tutti. Ogni evento fisico occupa uno spazio e un tempo relativi a noi che lo osserviamo, ed é la nostra velocità a determinare il metro e l’orologio con cui misuriamo il mondo. Spazio e tempo, inoltre, sono intrecciati e formano un’entità dinamica, lo spaziotempo, che partecipa allo svilupparsi degli eventi cosmici.
A partire dalla sua opera video 163.000 Light Years, dove la ripresa fissa del cielo stellato non è altro che l’immagine cristallizzata del passato che per effetto della velocità della luce sembra il nostro presente, Tomás Saraceno, artista principale della mostra, e Giovanni Amelino-Camelia, tra i più noti fisici teorici al mondo, ci conducono nell’invisibile trama di relazioni cosmiche di cui è fatto l’Universo.